La postura è un’espressione somatica e comportamentale determinata da fattori strutturali, biochimici e, psichici.
I fattori strutturali vengono determinati dal modo con cui il corpo reagisce a stimoli esterni, come stare seduto, in piedi, correre, comminare. Mentre i fattori biochimici dipendono dai cambiamenti metabolici. Questi ultimi, invece, sono indotti dall’ambiente circostante, ovvero da attività come mangiare, bere, respirare.
Fattori strutturali e fattori biologici sono in stretta interconnessione con i fattori psicologici, ovvero i vissuti emotivi, le percezioni, le sensazioni, e i bisogni.
Si trovano in un rapporto di influenza reciproca. I primi influenzano i secondi e viceversa, dando luogo a un circolo funzionale o disfunzionale a seconda delle circostanze.
Faccio un’esempio. Se ci sentiamo depressi e poco vitali tendiamo a respirare meno, probabilmente a mangiare di più (fattori biochimici), a fare meno movimento e a diventare più sedentari (fattori strutturali).
Questo a lungo andare modificherà la postura, che diventerà gradualmente “molle” e “pigra”, caratterizzata da torace incassato e spalle chiuse verso l’interno.
Questa postura, a sua volta, non farà altro che spegnerne gradualmente le energie e la vitalità, sedimentando in questo modo lo stato psico-fisico.
Invece se ci sentiamo efficienti, orgogliosi di noi stessi, tendiamo a sentirci più energici, più predisposti all’agire che al sentire. Di conseguenza la respirazione diventerà più regolare e garantirà il giusto apporto di ossigeno all’organismo, rendendolo ancora più vitale ed energico.
La postura, a lungo andare, diverrà solida, ben strutturata e radicata, caratterizzata da torace gonfio (grazie a un’ampia respirazione toracica), spalle aperte e schiena dritta.
Un ruolo fondamentale spetta, come abbiamo visto, alla respirazione.
Reich aveva individuato una correlazione tra respirazione, emozioni e postura. Secondo Reich a un’inibizione della reattività emozionale corrisponde un blocco inconscio nella respirazione, e di conseguenza una diversa configurazione di torace e addome.
Questo ha una spiegazione scientifica.
Limitando la propria assunzione di ossigeno, il corpo rallenta i processi metabolici deprimendo il proprio livello energetico e spegnendo le passioni.
Limitare la respirazione riduce la naturale mobilità del corpo favorendo la formazione di tensioni muscolari.
Infatti se i movimenti respiratori, che costituiscono la matrice dell’espressione emozionale, vengono bloccati a causa di condizioni emotive alterate, diventano tensioni muscolari croniche.
Queste tensioni possono collocarsi a livello di gola, torace, addome e bacino.
Tensioni nella gola
Le tensioni a livello della gola sono il risultato dell’inibizione dell’espressione vocale.
Possono costituire un’inconscia repressione degli impulsi a piangere, urlare ed “alzare la voce”. Probabilmente, chi presenta questo blocco, da piccolo, si è trovato a dover reprimere il bisogno di dire qualcosa, arrabbiarsi, piangere.
Tensioni nel torace
Il torace può assumere diverse conformazioni.
In alcuni casi è scarico e incassato. Si associa a spalle curve e braccia poco toniche.
Questa conformazione si associa a una minore capacità di protendersi con le braccia. Può derivare da esperienze in cui sono stati inconsciamente anestetizzati i bisogni d’amore. Nella prima infanzia, infatti, il bisogno d’amore viene manifestato, appunto, con il protendere le braccia o con il pianto. Se il bambino, però, continua a protendersi verso il genitore, senza essere preso o abbracciato andrà incontro a delusione e rassegnazione. Di conseguenza, a livello, inconscio reprimerà la manifestazione del bisogno d’amore. Invece a livello corporeo, gli cadranno letteralmente le braccia. E tutta la parte alta del corpo (spalle torace e braccia) diventeranno poco sviluppate e poco toniche.
Tensioni nella pancia
La pancia è la sede dell’intestino, ormai definito il “secondo cervello”. L’intestino è, dopo il cervello, la sede più importante delle emozioni: qui infatti vengono fissate le emozioni legate ai ricordi. Possiamo dire che il cervello ricorda più gli eventi emotivi, l’intestino invece trattiene le emozioni viscerali vissute durante gli eventi. L’intestino ha un ruolo importante nel regolare la gioia e il dolore. Infatti, produce il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere.
Chi presenta tensioni alla pancia, molto spesso soffre di colon irritabile.
Una tensione a livello intestinale può essere sintomo di emozioni trattenute e “non digerite”.
Probabilmente chi ne soffre, da bambino ha vissuto situazioni molto stressanti o caratterizzate da ansia, senza avere modo di scaricarle all’esterno.
Tensioni nel bacino
Il bacino è la sede degli impulsi sessuali. Secondo Alexander Lowen, la tensione nel pavimento pelvico esprime la paura inconscia che lasciandosi andare avvenga la perdita del controllo sfinterico.
C’è tensione nel bacino se questo si presenta troppo spinto in avanti o troppo spinto indietro.
Quando il bacino è spinto più indietro rispetto all’addome, c’è un contenimento degli impulsi sessuali. Questo può derivare da una paura inconscia nel lasciarsi andare alle sensazioni di piacere, probabilmente a causa di un’educazione rigida riguardo alla sessualità.
Se invece il bacino è esageratamente spinto in avanti la schiena è curva. In questo caso vuol dire che c’è un controllo eccessivo dello sfintere anale. Anche in questo caso, l’origine può essere cercata nell’educazione o in antichi sentimenti di vergogna associati al controllo degli sfinteri.
Dunque, le tensioni muscolari, possono essere espressioni di tensioni emotive represse, che se non trattate portano a una tensione cronica dell’intera fascia muscolare. Viceversa, tensioni muscolari croniche, a lungo termine, influenzano e stabilizzano l’emotività della persona.
Correlazione tra postura e stati emotivi: alcuni studi
Lo studio di Erik Peper e del suo team ha evidenziato come la postura del corpo durante il movimento influisce sul livello soggettivo di energia.
A 110 studenti universitari è stato chiesto di valutare il loro livello di energia prima di fare una camminata: la consegna era quella di procedere per qualche minuto in una posizione rilassata e di proseguire poi saltellando. Dopo entrambi i tipi di movimento, rilassato e saltellante, gli studenti erano invitati nuovamente a valutare il loro livello di energia.
Dopo la camminata rilassata, i partecipanti hanno sperimentato una diminuzione della loro energia personale, mentre dopo avere saltellato ne hanno riscontrato un aumento significativo.
Nella seconda parte del test venivano valutati anche i sentimenti e sintomi legati ai due tipi di camminata. Anche in questo caso gli studenti riferivano di sentirsi più depressi dopo la camminata rilassata, decisamente meno quando saltellavano.
In conclusione, cambiando posizione, il livello di energia soggettivo può essere diminuito o aumentato.
Anche nella cura della depressione il cambio di postura, sia da seduti sia mentre si cammina, può essere un valido supporto al miglioramento del tono dell’umore e del senso di energia personale.
E’ consolidato che una postura curva è spesso connessa ad una autostima e a una soglia del dolore più bassi.
La ricerca, della Marshall University in California, condotta da Vanessa K. Bohns e Scott S. Wiltermuth e pubblicata sul Journal of Experimental Social Psychology, ipotizza che mantenere la testa alta e le spalle dritte, non solo riduca la sensibilità al dolore fisico, ma conduca anche ad un maggior benessere psicologico e ad una visione più positiva e sicura di noi stessi nel rapporto con gli altri.
Secondo i ricercatori mantenere la postura quando si sta male fisicamente, evitando al contrario di mettersi in posizione fetale, rannicchiandosi su se stessi, come solitamente si è portati a fare, permetterebbe di mantenere un senso di controllo sulle proprie sensazioni e di ridurre il dolore esperito. Lo studio, che si ricollega a ricerche passate, ha messo in evidenza come il rilascio di testosterone, nelle situazioni in cui si ha una postura aperta, sia maggiore e come questo sia in rapporto con una significativa riduzione del cortisolo, l’ormone dello stress, rendendo così una situazione spiacevole meno dolorosa e più tollerabile.
Inoltre, modificare la postura del corpo, assumendo una posizione più eretta, permette di migliorare sia l’umore che il proprio livello di energia.
Ovviamente gli schemi motori, che si attivano automaticamente in modo inconscio, possono essere modificati.
5 passi per migliorare le emozioni associate alla postura
Di seguito 5 consigli per modificare gli atteggiamenti posturali e gli schemi motori, in modo da alleviare le tensioni muscolari e ristabilire i flussi energetici del corpo.
1° AUTO-OSSERVAZIONE COSCIENTE
IL 1° PASSO è l’AUTO-OSSERVAZIONE COSCIENTE, cioè capire quali sono le tensioni nel corpo, individuando le cause organiche, se ce ne sono, (ad esempio aver preso un colpo di frusta), le emozioni associate, la frequenza con cui si manifestano, e i momenti in cui sono più intense.
Questo potrebbe essere un ragionamento tipo. “Solitamente ho una tensione persistente a livello di spalle e cervicale. Si manifesta principalmente quando sto per sostenere un esame, quando devo arrivare puntuale a un appuntamento, quando sono in ansia ecco.. A pensarci bene forse quando sono in uno stato di allerta.. Effettivamente vivo molte situazioni di vita quotidiana con preoccupazione, mi sembra di avere troppe responsabilità, troppi pesi sulle spalle. Cerco di avere sempre il controllo della situazione. E questo mi impedisce di lasciarmi andare e rilassarmi.. così l’attivazione continua delle spalle e della cervicale diventa automatica.
2° ATTEGGIAMENTO POSTURALE
IL 2° PASSO richiederà uno sforzo maggiore. Consisterà infatti nell’apportare un CAMBIAMENTO NELL’ATTEGGIAMENTO POSTURALE proprio nei momenti di massima tensione emotiva, passando dal piano della mente al corpo, cioè provando a dissociarsi e a guardarsi dall’esterno, individuando le parti del corpo attivate.
Ad esempio, mentre sto per sostenere un appuntamento importante, che mi crea tensione, posso dissociarmi un attimo, individuare la parte del corpo contratta o al contrario paralizzata, e trovare una strategia auto-regolatoria per spezzare il circolo vizioso e apportare un cambiamento, come inspirare e aprire le spalle verso l’esterno, se ci rendiamo conto di averle chiuse e curve, oppure provare a rilassare le spalle se le abbiamo contratte.
Questo compito può risultare molto difficile, soprattutto per chi nei momenti di massima tensione risulta ipervigile e focalizzato sugli stimoli esterni. A tal proposito ci si può “allenare” a piccoli passi con stimoli stressogeni intermedi e via via crescenti.
3° RESPIRAZIONE
Il 3° PASSO sta nel concedersi un po’ di tempo per la RESPIRAZIONE, dai 5 ai 20 minuti al giorno, a seconda del livello di tolleranza soggettivo!
Una respirazione fatta bene elimina il 70% delle scorie depositate nei tessuti, aumenta l’apporto di ossigeno nell’organismo, ripristinando il corretto metabolismo cellulare, e sciogliendo i blocchi emotivi impressi nel corpo e le tensioni muscolari.
Dunque, sdraiatevi su un lettino, rilassate gli arti e i muscoli e iniziate l’inspirazione e l’espirazione. Durante l’inspirazione gonfiate contemporaneamente torace e addome. Trattenete il respiro per qualche secondo e procedete con l’espirazione, sgonfiando gradualmente e del tutto la pancia.
4° ESERCIZIO FISICO
Il 4° PASSO consiste nel fare un po’ di ESERCIZIO FISICO per sciogliere le parti del corpo contratte o sottotono e ristabilire i flussi energetici del corpo.
Gli esercizi possono essere di vario tipo, di stiramento/allungamento delle parti contratte, di tonificazione, correttivi, etcc. Sarebbe meglio affidarsi a un istruttore esperto o a un fisioterapista, almeno inizialmente, per farsi indicare il percorso più giusto.
Nello specifico per la rieducazione posturale, vi consiglio gli esercizi di Feldenkrais, un valido aiuto per cervicale, mal di schiena e dolori nella zona lombare. In questo caso, più di tutti, è preferibile il supporto di un operatore esperto. L’importante è andarci con gradualità, perchè ciascuno ha una soglia soggettiva diversa di predisposizione all’attività fisica, quindi magari ad alcuni bastano 10 minuti di stretching, ad altri 30 minuti.
5° EMOZIONI
Il 5° PASSO consiste nel RICONOSCERE E IDENTIFICARE LE EMOZIONI. (Le emozioni base sono gioia, paura, disgusto, sorpresa, rabbia, vergogna). Sembra una banalità, ma molte persone di fronte alla domanda “che emozione provi” rispondono con un episodio concreto o con una metafora.
Riconoscere le proprie emozioni è una forma di riconoscimento della propria persona, aiuta ad essere più in contatto con se stessi e con il proprio corpo, e previene la somatizzazione a livello corporeo.
Mariangela Romanelli Psicoterapeuta
Bologna, Treviso, Castelfranco V.to
mariangela.romanelli.3@gmail.com
345 4109766
Grazie 🙏🙂
proprio vero, dovendo cambiare postura mi sono ritrovato in tutti questi passaggi